Intervista Ing. Marco Brogioni ricercatore presso IAFC-CNR

 

 

Il cambiamento climatico all’opera

 


Quest’anno, il 2017, si è caratterizzato per diversi accadimenti ambientali: a partire dal collasso della
piattaforma Larsen C in penisola Antartica che ha originato un iceberg grande come la Liguria e alto 200m
[1], ai cicloni Harvey, Irma e Maria che hanno devastato il sud degli Stati Uniti [2], alla minima estensione
invernale dei ghiacci artici degli ultimi 38 anni[3], le piogge torrenziali in California che hanno messo fine ad
anni di siccità continua con danni per più di 1 miliardo di dollari [4], fino la gravissima siccità in Italia che
dura da più di un anno [5]. Tutti questi fenomeni hanno avuto alcune caratteristiche comuni: la loro
intensità, la velocità con cui sono avvenuti, la loro durata, l’impatto sull’ambiente e sulle persone. Inoltre
sono accumunati dalla causa primigenia che origina fenomeni tanto intensi: il riscaldamento globale [6].
Infatti l’aumento delle temperature dell’atmosfera genera una modifica ai venti dominanti in alta quota (jet
stream) che governano i fenomeni meteorologici a terra. E’ grazie a loro che l’aria calda africana ha potuto
influenzare così tanto il nostro meteo [7] [8]. E similarmente è accaduto in California [9]. Purtroppo ogni
anno che passa risulta più evidente che il riscaldamento globale minaccia la nostra vita quotidiana. Non è
più una questione di credere agli scienziati o no (il 97% percento degli scienziati concorda sulle cause
umane di tali cambiamenti [10]) ma solo di capire la velocità con cui i cambiamenti avverranno. Il rapporto
speciale redatto da 13 enti federali statunitensi rilasciato a Novembre 2017 [11] riepiloga estremamente
bene lo stato del clima e cosa dobbiamo aspettarci. Ad esempio un sicuro aumento del livello del mare tra
1/2 e 1 metro entro il 2100 (cioè entro il tempo di vita di una persona) ma i modelli non escludono una
crescita fino di più di 2 metri. Tutte le città costiere ne saranno fortemente affette, con inondazioni costanti
delle abitazioni e delle zone coltivabili. Purtroppo il quadro è chiaro e non è dei migliori. E’ tempo che gli
Stati mettano in campo politiche serie per limitare l’immissione in atmosfera si gas serra promovendo l’uso
dell’energia pulita, il miglioramento dell’efficienza degli edifici e di tutte le macchine e strumenti che
usiamo quotidianamente, un aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo, una maggiore
consapevolezza civile della simbiosi dinamica tra uomo e ambiente. Inoltre anche le persone comuni si
devono attivare, scegliendo stili di vita meno impattanti (ad es. abbassare la temperatura dei termosifoni in
inverno e alzare quella dei climatizzatori in estate), preferendo cibi che non necessito un lungo trasporto,
comprando oggetti a basso consumo energetico. In fin dei conti la Terra ha subito sconvolgimenti immensi
con estinzioni epocali. Sicuramente potrà reggere anche al cambiamento globale. Chi non lo potrà
sopportare sarà la vita umana come la conosciamo: non è in gioco il destino della Terra, ma il nostro di
esseri umani.

Marco Brugioni

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